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Personaggi mitologici nei nomi delle farfalle

Le farfalle sono sempre state al centro del mio interesse naturalistico suscitando una grande curiosità sia per la loro bellezza, sia per gli aspetti legati al ciclo biologico ricco di incredibili trasformazioni. Indagando sull'origine dei loro nomi scientifici si trovano informazioni interessanti: ci sono nomi che mettono in luce la relazione della specie con la pianta nutrice (Aglais urticae all'ortica, Vanessa cardui al cardo) o fanno riferimento ad aspetti strutturali (Nymphalis polychloros perché multicolore, Polygonia c-album per il caratteristico disegno a C delle ali posteriori).
Ma spesso, soprattutto per le specie più appariscenti, ci si addentra in un mondo particolare legato all'antichità.

Ad esempio, Macaone e Podaliro erano due fratelli e il fatto che le due specie abbiano una marcata somiglianza avrà probabilmente influito sulla scelta di Linneo per questi nomi specifici, ma la ragione per cui due medici greci che combatterono sotto le mura di Troia sono stati scelti per identificare due delle più belle farfalle europee sfugge ad ogni tentativo di spiegazione.
Forse Linneo, visto che a lui si devono la gran parte di queste scelte, era affascinato dalla mitologia classica e nel portare avanti la sua opera di classificazione del creato nel "Systema naturae" ha operato una vera e propria contaminazione tra natura e cultura. Intorno a molte divinità, ninfe ed eroi aleggia un'aura di bellezza che sicuramente accomuna molte specie di farfalle, mentre i colori cupi di altre possono aver indirizzato la scelta verso personaggi mitologici legati al mondo degli inferi e delle tenebre. Ma il "perché" di quel nome resta spesso un mistero.

Tuttavia la curiosità mi ha spinto a ricercare le storie nascoste dietro questi nomi, storie che ho riassunto in questo report restando nell'ambito delle specie incontrate nel territorio provinciale, le cui foto potrete visionare cliccando sull'immagine nella colonna di sinistra.
Le informazione sono state ricavate da fonti enciclopediche (Wikipedia e Treccani), ma nel fare la ricerca mi sono imbattuto in due siti molto interessanti da questo punto di vista:
Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone
Monaco Nature Encyclopedia


Nimphalidae

Da NYMPHALIS, cioè "proprio delle ninfe". Il nome di questa famiglia che comprende alcune delle farfalle più belle e appariscenti deriva dal latino nympha = fanciulla. Nella mitologia greca le Ninfe erano divinità legate alla natura (boschi, monti, alberi, ambienti acquatici). Spesso si accompagnavano alla dea Artemide ed erano considerate esseri immortali caratterizzati da una bellezza incomparabile. Quindi il nome fa specifico riferimento alla bellezza e anche all'habitat in cui vivono molte specie. Diversi nomi generici e specifici sono ricollegabili a miti in cui fascino, attrattiva, splendore sono temi ricorrenti e intorno ai quali ruota la sorte, fausta o infausta, dei personaggi coinvolti.


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Aglais io

Entrambe le voci del binomio fanno riferimento a personaggi mitologici femminili di grande bellezza.
AGLAIS - Aglaia o Aglea è la più giovane delle tre Cariti (Grazie per i Romani) ed è la dea della bellezza, dello splendore, della gloria, della magnificenza e dell'ornamento. A volte agiva come messaggera di Afrodite. La parola in greco antico significa splendore.
IO è una bellissima sacerdotessa di Era Argiva (Giunone), figlia di Inaco (un altro nome generico usato per questa farfalla era appunto Inachis), amata da Zeus.


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Argynnis paphia

Anche in questo caso entrambe le voci del binomio hanno a che fare, direttamente o indirettamente, con la bellezza.
ARGYNNIS è il nome di una bellissima donna amata da Agamennone che eresse un tempio in suo onore in cui veniva adorata Afrodite (Venere)
PAPHIA deriva da Paphos, un luogo sacro per gli antichi greci, che credevano fosse il luogo in cui approdò Afrodite (Venere) quando emerse dal mare, sede del principale tempio di Afrodite.


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Boloria euphrosyne

EUPHROSYNE è una delle tre Cariti (le Tre Grazie per i Romani), dispensatrici di grazia e bellezza alla natura e agli uomini. Deriva da parola greca che significa gioia e letizia ed era considerata la dea della castità


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Brenthis daphne

DAPHNE in greco significa alloro.
Nel mito, riportato da Ovidio nelle Metamorfosi, si narra che Dafne, una delle Naiadi (ninfe femminili associate ai corsi d'acqua dolce, pozzi, sorgenti, ruscelli) chiese l'aiuto di Gea per sfuggire ad Apollo che se n'era invaghito. Tutto nasce dal fatto che Apollo, vantandosi delle proprie imprese come l'uccisione del serpente Pitone, scherniva Eros dicendo che l'arco e le frecce non sembravano armi adatte a lui e mettendo in dubbio la sua abilità di arciere. Per vendicarsi e dimostrare la potenza delle sue armi (cioé dell'amore) Eros colpì Apollo con una freccia d'oro facendolo innamorare di Dafne, mentre a Dafne riservò una freccia di ferro causando così il suo rifiuto per l'amore. Inseguita senza tregua da Apollo, disperata, Dafne si rivolse a Gea che la trasformò in alloro. Il dio, ormai impotente, decise di rendere questa pianta sempreverde per mantenere sempre il suo splendore e di considerarla a lui sacra. Così una corona d'alloro divenne un segno di gloria da porre sul capo dei migliori fra gli uomini, i più capaci di imprese esaltanti. Apollo stesso è spesso rappresentato con una corona d'alloro sul capo.


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Brenthis hecate

ECATE era la dea degli incantesimi ed era invocata da chi praticava le arti magiche. Fu in seguito identificata anche come la personificazione della Luna calante (mentre Artemide era la Luna crescente e Selena la Luna piena).
Ecate era una divinità in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli dei e il regno dei morti. Spesso è raffigurata con delle torce in mano, proprio per questa sua capacità di accompagnare anche i vivi nel regno dei morti. la Sibilla Cumana, a lei consacrata, traeva proprio da lei la capacità di dare responsi provenienti dagli spiriti o dagli dei. Poteva presentarsi in triplice forma (terrestre, celeste e marina).Per questo i Romani la chiamavano Trivia e le sue statue venivano poste negli incroci (trivi), a protezione dei viandanti.


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Issoria lathonia

Entrambe le voci del binomio hanno un riferimento indiretto ad Artemide (Diana), dea della caccia e del tiro con l'arco, degli animali selvatici, della foresta. Accompagnata da uno stuolo di ninfe, era spesso rappresentata con la testa di cervo, animale a lei sacro.
ISSORIO era il nome di un colle nei pressi di Sparta dove si trovava un tempio dedicato ad Artemide.
LATHONIA deriva da Leto o Latona, madre dei gemelli Artemide e Apollo mentre il padre era Zeus. Protettrice dei giovani, la sua iconografia la collega alla modestia e alle arti femminili.


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Melitaea phoebe

MELITEA, denominazione di un genere a cui appartengono numerose specie, è il nome di una delle 50 Nereidi. Figlie di Nereo e Doride, queste ninfe erano considerate creature immortali e di natura benevola, facevano parte del corteo del dio del mare Poseidone insieme ai Tritoni. Venivano rappresentate come bellissime fanciulle con i capelli ornati di perle a cavallo di delfini.
PHOEBE (dal greco antico significa brillante, luminoso) era una delle Titanidi, figlia di Urano (il cielo) e di Gea (la terra); ad essa viene attribuita la fondazione dell'oracolo di Delfi, il cui protettore era Apollo.
Phoebus (il luminoso) era anche l'epiteto più usato dai Greci e dai Romani per il dio Apollo, riferito sia alla sua bellezza, sia al suo legame con il sole.


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Nymphalis antiopa

NYMPHALIS (dal latino nympha = fanciulla). Le Ninfe erano divinità dei boschi, dei monti, delle acque e delle sorgenti, degli alberi, ma anche legate a territori, regioni e città. Erano considerate esseri immortali caratterizzati, come la dea Artemide cui spesso si accompagnavano, da una bellezza incomparabile.
ANTIOPE è una delle regine delle Amazzoni, mitico popolo di donne guerriere. Compare nei miti legati a Eracle e Teseo.


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Vanessa atalanta

ATALANTA è una eroina della mitologia greca, unica donna a far parte della spedizione degli Argonauti per la riconquista del vello d'oro. Viene descritta come provocante, ma fermamente virtuosa tanto da uccidere con l'arco Ileo e Reco, due Centauri che l'avevano insidiata. Cacciatrice infaticabile, per la sua abilità con l'arco venne talvolta assimilata ad Artemide.


Satyrinae

Il nome di questa sottofamiglia delle Ninfalidi (un tempo considerata famiglia) deriva da SATYRUS. I Satiri (chiamati dalle popolazioni italiche fauni) sono figure mitiche maschili, accompagnatrici di Pan e Dioniso, abitanti di boschi e montagne, proprio gli ambienti prediletti da molte specie appartenenti a questo gruppo. I loro colori scuri e poco vistosi hanno orientato le scelte dei nomi verso personaggi mitologici con aspetti inquietanti o legati al mondo delle tenebre.


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Arethusana arethusa

ARETHUSA, cui fa riferimento sia il nome generico che specifico, è una Nereide, figlia di Nereo e Doride.
Il mito che la riguarda ha un risvolto malinconico e alcuni riferimenti territoriali precisi. Il dio Alfeo, uno dei figli di Oceano, personificazione del fiume del Peloponneso che scorre nei pressi della città di Olimpia, spiando la ninfa mentre faceva il bagno nuda, se ne innamorò. Aretusa però sfuggì alle sue attenzioni scappando sull'isola di Ortigia, a Siracusa, e chiese aiuto alla dea Artemide, che la tramutò in una fonte. Alfeo disperato si rivolse a Zeus che gli permise di deviare il suo corso passando sotto le acque del mar Ionio per sfociare appunto nei pressi di Siracusa, dove le sue acque avrebbero potuto incontrarsi con quelle della fonte Aretusa. Ancora oggi la Fonte Aretusa, un piccolo specchio d'acqua originato da uno sfogo sotterraneo della falda freatica che alimenta anche il fiume Ciane, ove cresce spontaneo il papiro, riversa le sue acque nel porto vecchio di Siracusa, città della Magna Grecia. Pausania narra che il mitico Archia, fondatore della colonia greca in terra di Sicilia, prima di partire interpellasse l'oracolo di Delfi che lo indirizzò proprio nell'isoletta di Ortigia "ove la bocca sgorga dell'Alfeo, mista alla polla d'Aretusa bella".Un vero groviglio di natura e cultura!


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Brintesia circe

CIRCE, dea esperta in ogni sorta di incantesimi, compare per la prima volta come personaggio mitico nell'Odissea. Viveva sull'isola di Eea, che alcuni autori identificano col promontorio del Circeo sulla costa occidentale dell'Italia, in un palazzo circondato da un bosco abitato da numerosi animali selvatici che altro non sono che uomini trasformati dai sortilegi della dea-maga.


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Chazara briseis

BRISEIS, ovvero Briseide, non è una dea ma una principessa di Lirnesso, figlia di Briseo, un sacerdote di Apollo. Quando la città di Lirnesso, alleata di Troia, fu sconfitta dai Greci, Achille si riservò Briseide come bottino di guerra prendendola come schiava ma rendendola poi una donna libera. Anche Agamennone aveva come schiava la figlia di un sacerdote di Apollo, Criseide, ma quando il dio scatenò una pestilenza sul campo degli Achei, i capi greci lo costrinsero a rendere Criseide a suo padre. Agamennone accettò, ma volle in cambio Briseide. Lo scambio provocò la rabbia di Achille (la famosa "ira funesta del pelide Achille" cantata da Omero nel proemio dell'Iliade) che smise di combattere per un intero anno finché Agamennone non gli restituì Briseide.


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Erebia ligea

Il nome del genere, che raggruppa moltissime specie simili, tutte caratterizzate da tonalità scure, deriva da ÉREBOS che in greco antico significa "tenebre". È considerata una divinità primordiale nata dall'unione tra le Tenebre e il Caos ed è la personificazione dell'oscurità.Con il termine Erebo si possono indicare anche gli Inferi. Erebo era fratello della Notte col la quale generò una nutrita progenie tra cui, interessanti dal punto di vista delle farfalle, le tre Esperidi dalle quali prende il nome un'intera famiglia.
LIGEA invece è il nome di una sirena dal canto ammaliatore, raffigurata con busto di donna e con corpo di uccello dalle ampie ali.


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Erebia medusa

MEDUSA è una delle Gorgoni, mitici mostri che avevano ali d'oro, mani di bronzo e capelli a forma di serpente. Abitavano nelle terre dell'estremo occidente conosciuto dai Greci presso il regno dei morti e avevano il potere di pietrificare chiunque avesse incrociato il loro sguardo. Medusa era l'unica a non essere immortale e fu decapitata da Perseo. La sua testa fu posta da Atena al centro del suo scudo per incutere terrore.


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Hipparchia semele

SEMELE è una divinità greca probabilmente di origine tracia, legata al culto degli dei sotterranei personificazioni di forze sismiche o vulcaniche. Fu amata da Zeus con cui concepì Dioniso.


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Lasiommata megera

In questo caso il nome del genere deriva dal greco ( “lasios” = peloso e “ommata” = occhi, perché gli occhi di questa farfalla sono ricoperti da peluria) e si riferisce ad una caratteristica della farfalla. Invece il nome della specie ha una chiara derivazione mitologica.
MEGERA era il nome di una delle Erinni (Furie per i Romani) che sono tre sorelle nate dal sangue di Urano evirato dal più giovane dei suoi figli, Crono, per liberare tutti i suoi fratelli dalle tenebre in cui il padre li sprofondava subito dopo la nascita. Le tre sorelle, personificazioni femminili della vendetta, erano nate con lo scopo di punire e vendicare le atrocità commesse nei confronti dei propri familiari fino a condurre il colpevole alla follia. In particolare Megera, il cui nome in greco significa “l’invidiosa”, aveva il compito di indurre a commettere l’adulterio.


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Lasiommata maera

MERA è un nome che compare diverse volte nella mitologia greca. Così si chiamava una delle 50 Nereidi, ninfe marine, e anche una delle figlie di Atlante. Apollonio narra nel mito di Icario, cittadino benestante dell'Attica, che Mera era il cane di sua figlia Erigone. Icario ebbe in regalo dal dio Dioniso (Bacco) un tralcio di vite e le informazioni per produrre il vino come segno di riconoscenza per l'ospitalità che aveva ricevuto. Purtroppo alcuni pastori, non conoscendo la bevanda, si ubriacarono e pensando di essere stati avvelenati uccisero Icario, abbandonando il corpo senza sepoltura. Seguendo il cane Mera, Erigone trovò il corpo del padre e per il dolore si suicidò. Anche il cane, sentendosi in colpa per la morte della padrona, si buttò in un pozzo. Gli dei, impietositi dalla tragica storia, trasformarono i personaggi in stelle del cielo (Erigone secondo la mitologia astronomica è la costellazione zodiacale della Vergine).


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Melanargia galathea

Il nome dato al genere è composto da mélas, che in greco significa nero, scuro, evidentemente riferimento ad uno dei colori dominanti, e da ARGIA, principessa di Argo e moglie di Polinice.
GALATEA (che in greco significa "colei che ha la pelle bianco-latte", chiaro riferimento all'altro colore caratteristico della specie) è una ninfa marina, una delle 50 Nereidi che abitano nei fondali marini e hanno il compito di assistere i marinai. Di lei si innamorò il ciclope Polifemo che per gelosia, scagliando un masso, uccise il bellissimo pastore Aci di cui la ninfa era innamorata. Gli dèi impietositi trasformarono il sangue di Aci in un piccolo fiume che nasce dall'Etna e sfocia nel tratto di spiaggia dove i due amanti erano soliti incontrarsi. Gli antichi greci chiamarono “Akis” quel fiume e, ancora oggi in una luogo poco distante dal mare lungo la Costa dei Ciclopi c’è una piccola risorgiva di acqua rossastra chiamata “u sangu di Jaci”. Di questo mito portano memoria ben 9 località di questa zona della Sicilia che nel loro nome hanno il prefisso Aci.


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Pyronia tithonus

TITONE, principe di Troia e fratello di Priamo, era di tale bellezza da far innamorare di sé Eos (Aurora) che lo rapì in cielo e lo prescelse come suo sposo. La dea chiese e ottenne da Giove di donargli l'immortalità, dimenticando però di richiedere anche l'eterna giovinezza. Così mentre Aurora era splendida più che mai, Titone invecchiava inesorabilmente perdendo le forze e lamentandosi con voce stridula senza mai smettere. Alla fine Eos chiese ed ottenne che fosse mutato in una cicala.


Papilionidae

Dal latino papilio che significa "farfalla", come se le bellissime specie appartenenti a questa famiglia fossero "le" farfalle per antonomasia.


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Papilio machaon

MACAONE, figlio di Esculapio imparò l'arte medica dal padre a dal maestro Chirone. Partecipò insieme al fratello Podalirio alla guerra di Troia come chirurgo, ma anche come combattente. Guarì con le sue doti di chirurgo le ferite di Menelao e di altri Achei.


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Iphiclides podalirius

PODALIRIO era il fratello di Macaone e come lui famoso medico. Durante la guerra di Troia riuscì a liberare i Greci da una violenta epidemia che colpiva i guerrieri accampati sotto le mura della città.
IFICLIDE era uno degli Argonauti, un mitologico gruppo di circa 50 eroi che, guidati da Giasone, diede vita a una delle più note e affascinanti narrazioni della mitologia greca: l'avventuroso viaggio a bordo della nave Argo, che li condusse nelle ostili terre della Colchide (nell’attuale Georgia) alla riconquista del vello d'oro, oggetto che si dice avesse il potere di curare ogni ferita. Esiste quindi un indiretto riferimento al nome specifico.


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Parnassius apollo

Il monte PARNASO si trova in una zona centrale della Grecia e domina la città di Delfi. Nell'antichità era considerato un luogo sacro ed era consacrato al culto del dio Apollo e alle nove Muse, delle quali era una delle due residenze.
APOLLO era figlio di Zeus e della dea Leto (Latona) e gemello di Artemide. Era adorato nell'antichità come uno degli dei più importanti. Dio di tutte le cose belle (musica, arte, poesia), ma anche della profezia e delle arti mediche (infatti Asclepio, dio della medicina, è suo figlio). Guidava e proteggeva le Muse. È considerata la divinità solare per eccellenza e forse proprio a questo si ispirò Linneo nel dare il nome a questa bellissima farfalla che mostra due macchie rosse nelle ali posteriori.


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Parnassius mnemosyne

MNEMOSINE, personificazione della memoria, viene rappresentata come una dea giovane e bellissima e per questo attirò le attenzioni di Zeus che si presentò a lei sotto forma di pastore. Giacquero insieme per nove notti e dalla loro unione nacquero le nove Muse che abitavano sul monte Parnaso.


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Zerynthia cassandra

CASSANDRA, una delle figlie di Priamo re di Troia, descritta nel mito come una fanciulla di grande bellezza, dote che la accomuna sicuramente a questa stupenda farfalla. Fu sacerdotessa del tempio di Apollo che le donò la dote della preveggenza in cambio del suo amore. Tuttavia, una volta ricevuto il dono, lei rifiutò di concedersi al dio che adirato le sputò sulle labbra condannandola a restare sempre inascoltata.


Pieridae

PIERIDI è l'epiteto usato dai poeti greci e latini per indicare le Muse, perché nate nella Pieria, zona boscosa ai piedi del monte Olimpo.
In questa famiglia, dove in generale le specie sono meno appariscenti, la scelta dei nomi è meno ispirata dalla mitologia greca e ci sono più riferimenti all'aspetto e alla biologia.


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Aporia crataegi

APORIA in greco significa "passaggio impraticabile, strada senza uscita" che nella filosofia si traduce nell'impossibilità di dare una risposta precisa ad un problema. Nella mitologia è la personificazione della difficoltà, dell'impotenza e della mancanza di mezzi. Forse, volendo azzardare una ragione per la scelta del nome generico di questa farfalla, la si potrebbe trovare proprio nell'assenza di colore e addirittura nella scarsità delle squame sulle ali che risultano a volte quasi trasparenti.


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Colias crocea

COLIAS è il promontorio dell’Attica su cui sorgeva un tempio dedicato ad Afrodite. Crocea (dal latino croceus = color zafferano) invece è un chiaro riferimento al vivace colore delle ali.


Lycaenidae

Il nome della famiglia e anche di un genere (Lycaena) deriva probabilmente dal greco antico lýkaina = lupa. Licaone fu un mitico re d'Arcadia che per la sua empietà fu trasformato da Zeus in lupo. Le motivazioni alla base di questa scelta restano però inesplicabili.


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Polyommatus icarus

Al genere Polyommatus appartengono diverse specie che hanno tutte in comune la caratteristica di avere molti punti cerchiati nel lato inferiore delle ali come appunto suggeriscono le parole greche che lo compongono ("molti occhi").
ICARO invece è di chiara derivazione mitologica e ricorda il figlio dell’inventore Dedalo che costruì il labirinto per il re Minosse. Per fuggire Dedalo costruì delle ali con piume e cera, ma Icaro durante volo, disubbidendo al padre, si avvicinò troppo al sole che sciolse la cera facendolo precipitare.


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Polyommatus coridon

CORIDONE è il protagoista di una egloga delle Bocoliche di Virgilio, componimenti poetici ispirati alla visione idealizzata della vita operosa in mezzo ai campi e ai boschi (in questo forse si può trovare un riferimento alla vita della farfalla). Nella vicenda narrata da Virgilio questo giovane pastore è associato ad un bellissimo schiavo di nome Alessi: che ci sia un nesso con il nome di un'altra Licenide (Glaucopsyche alexis)?


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Plebejus argus

ARGO, mitico gigante dai cento occhi posto da Era a guardia della ninfa Io (e qui la storia si intreccia con quella della Aglais io), uno degli amori di Zeus. La farfalla non è certo un gigante, ma forse la fonte di ispirazione del nome sono i numerosi punti che come piccoli occhi punteggiano il lato inferiore delle ali.


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Polyommatus daphnis

DÁPHNIS, figlio della ninfa Dafnide e del dio Ermes, nato e subito abbandonato in un bosco di allori in una valle della Sicilia. Un gruppo di pastori si prese cura di lui facendolo diventare un esperto conduttore di greggi. Famoso per la sua bellezza e l'abilità nel canto, fu amato da una ninfa che gli fece giurare di non esserle mai infedele, profetizzandogli la perdita della vista se fosse venuto meno alla promessa. Ma una giovane, approfittandosi della sua ubriachezza, lo sedusse condannandolo così alla cecità. Dafni vagò a lungo intonando canti tristi finché non decise di porre fine alla sua vita gettandosi da una rupe che il mito identifica nella Rocca di Cefalù.


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Favonius quercus

FAVŌNIUS è il nome dato dai Romani a Zefiro, personificazione del vento che soffia da ponente figlio del titano Astreo e di Eos, che con il suo tepore favorisce lo schiudersi dei germogli e quindi lo sviluppo delle piante (dal lat.favēre = far crescere). Chissà, forse Linneo nel dare il nome a questa farfalla si sarà ispirato al bellissimo blu scuro cangiante che irrompe come un terso cielo primaverile sul grigio di fondo delle ali del maschio quando vengono aperte.


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Hamearis lucina

LUCINA per i Romani era la dea del parto. Usato anche come epiteto della dea Giunone: Giunone lucina era "colei che porta i bambini alla luce".


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Lycaena tityrus

TITIRO non è un personaggio mitologico ma delle Bocoliche di Virgilio. La figura di Titiro, nella quale venne riconosciuto lo stesso Virgilio, rappresenta il pastore fortunato che era riuscito a conservare le proprie terre dopo la confisca fatta per ricompensare i loro veterani da Antonio ed Ottaviano, tornati vittoriosi dalla battaglia di Filippi.


Hesperiidae

Nella mitologia greca le ESPERIDI erano ninfe, figlie di Atlante ed Esperide. Secondo le leggende custodivano il giardino dei pomi d'oro di Era.


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Erynnis tages

Le ERINNI sono, nella mitologia greca, le personificazioni femminili della vendetta (le Furie della mitologia romana). Sono tre sorelle che abitano nell'Ade: Aletto, Tisifone e Megera (altro nome dato ad una farfalla) che perseguitavano in particolare i colpevoli di delitti contro famigliari fino a farli impazzire.
TAGES o Tagete è una divinità etrusca che, secondo il mito narrato da Cicerone, insegnò l'arte della divinazione al popolo Etrusco.


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Carterocephalus palaemon

PALEMONE è una divinità minore della mitologia greca, protettore dei porti. Il padre Atamante e sua moglie Ino avevano accettato di allevare di nascosto il piccolo Dioniso, nato dall’unione fra Giove e Semele (altro nome dato ad una farfalla, sorella di Ino), scatenando così le ire della gelosa Giunone che fece impazzire Atamante inducendolo a dare la caccia alla moglie e ai due figli. Così Atamante uccise prima il figlio Learco e poi gettò in mare l'altro figlio Melicerte. Ino, per cercare di salvarlo, si tuffò ma annegò insieme a lui. Afrodite, nonna di Ino, impietositasi pregò Poseidone di collocare i due tra gli dei marini, dando a Ino il nome di Leucotea ed a Melicerte quello di Palemone.


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